Pagina:Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale (1805).djvu/74

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Frattanto Bonaparte, che era penetrato fino nella Stiria superiore, si avvide, che erasi troppo allontanato dall’Italia, e se l’inerte neutralità veneta avesse in quelle circostanze operato, potevano gli affari prendere altro aspetto. Evacuato era il Tirolo, l’Arciduca Carlo sopraggiunto nella Stiria comandante supremo aveva conseguiti de’ notabili rinforzi, che si aumentavano di giorno in giorno: ove fosse scoppiata una forte insurrezione armata de’ veneziani, l’armata francese si sarebbe ritrovata nel più pericoloso imbarazzo. Quindi l’accorto comandante francese intavolò trattati di pace coll’Arciduca: il dì 7 di Aprile venne in Sudenburg} , ed in seguito per l’armata d’Italia si trattò in Verona alli 18 Aprile, in vigore dei quali trattati il Tirolo restava libero dalle truppe francesi colla demarcazione enunciata nell’articolo terzo, dalla Rocca d’Anfo lungo le frontiere del Tirolo sino a Ponte di Legno. Pochi giorni durarono questi trattati, poichè li 18 Aprile nel castello di Eckenwald presso Leoben nella Stiria superiore vennero da’ rispettivi Plenipotenziarj segnati gli articoli preliminari di pace, fra i quali articoli l’Imperatore riconobbe la Repubblica francese, e fu destinata Udine per il futuro congresso definitivo della pace. Ebbe così fine la prima guerra francese, che aveva durato per il corso fatale di anni sei, per la moltitudine, e grandezza de’ fatti, e per le grandi sue conseguenze ben di molto più strepitosa di quella di sette anni, che sotto Maria Teresa ebbe l’Austria col Re di Prussia.

Era libero il Tirolo da’ nemici, restituito agli antichi suoi confini, e le armate francesi, evacuando gli stati ereditarj di Germania, in virtù dell’armistizio dovevano tener la strada per lo stato veneto: ma in vece si provarono altri flagelli. Già sul fine del 1796 si era in diverse parti manifestato il male, ossia la peste bovina, la quale in vero faceva stragi per varie provincie della Germania, e dell’Italia, effetto delle lunghe guerre, e penetrò anche nel Tirolo, dove notabilmenre si dilatò nel 1797 all’occasione della fiera di San Giorgio, che si tenne in Terla. Molti ingordi, e men onesti trafficanti comprarono da stalle infette, o sospette a prezzo vile animali bovini, e condottili alla fiera suddetta diedero spinta alla dilatazione dell’epidemia. Mancavano esperti veterinarj, onde a migliaja nel Tirolo di questi animali si dovettero ammazzare, ed anche sotterrare. Tutto questo successe anche nelle nostre Valli. Non si può calcolare il numero degli animali per tal modo periti: ma è certo, che in alcuni villaggi intere stalle vennero esaurite. Si conobbe il disordine delle pubbliche fiere, e perciò nel Giugno di questo anno furono proibite con pubblici editti fino ad altra deliberazione.

Esaminato il carattere, e la sede del male, si scoprì, che questo contagio aveva la sua sede nella bile: quando questa si gonfiava di soverchio, il terzo giorno l’animale soccombeva. La causa rimota fu attribuita ai bovi venuti dall’Ungheria, i quali non assuefatti ai fieni secchi, ma a puri pascoli, strapazzati con tanti carriaggi militari, cangiando clima, e chiusi nelle stalle abbiano contratto questo male, che comunicarono poi agli animali bovini de’ paesi, in cui si trovavano. Si fece serio studio sopra