Pagina:Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale (1805).djvu/91

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distaccamento francese da Ponte di Legno venne alle mani col battaglione esistente in Tonale, del qual fatto si pubblicò la seguente relazione:

“Il nemico forte di 5000 uomini comandati dai generali Vandamme, Vaux, e Digonet fece attaccare le nostre truppe prima dello spuntar dell’alba da 800 Granatieri della 17.ma mezza brigata. Il sig. general maggiore e brigadiere de Stojanich aveva di già fatte fare dal sig. Conte di Hohlgart primo tenente dello stato maggiore tali disposizioni di difesa, che si poteva sperarne il migliore successo. Di fatto col mezzo di queste, mediante le saggie misure prese dal sig. colonnello de Siegenfeld, ed il valore della brava truppa, il nemico fu respinto, e liberata da questa parte la patria. I morti francesi ritrovati sul campo sono 36 comuni con due uffiziali, ed un sargente: i feriti poi si computano a circa 120. Dalla nostra parte restarono morti 9 comuni, e feriti 22, oltre il primo tenente Muralt del battaglione leggero Siegenfeld; il primo tenente Müller, e i sotto tenenti Calderoni, e Frasnelli del corpo de’ cacciatori volontarj tirolesi.”

“Il tenente colonnello Siegenfeld, il quale spiegò anche in questo incontro il suo valore e le sue cognizioni militari, loda particolarmente il capitano Barrach, li primi tenenti Wolkart, e Muralt, li sotto tenenti Mitschl, e Milakara, e l’alfiere Frapporti, tutti del battaglione Siegenfeld; indi il capitano Levelling, il primo tenente Müller, ed il sotto tenente Calderoni, tutti dei cacciatori tirolesi volontarj.”

Altra azione seguì li 24 di poco momento, nella quale però il capitano Morathi di Greth restò gravemente ferito, e trasportato a Vezza vicino ad Edolo li 31 Dicembre passò all’altra vita.

Manteneva la sua posizione il maresciallo Bellegarde al Mincio, dove respinse diversi attacchi, ed anche il generale Loudon si sosteneva nelle Giudicarie. Ma l’Arciduca Giovanni in Germania aveva sofferti de’ rovescj grandi, per cui era stato costretto di ritirarsi alla Salza. Si pensò quindi di richiamar nuovamente l’Arciduca Carlo, il quale rimesso in salute li 14 Dicembre da Praga si mise in viaggio verso l’armata a riprenderne il comando. Ma per istrada venuto in cognizione, che l’armata battuta ne’ confini di Salisburgo era in piena ritirata verso l’Austria, passò a Stein, picciola città sul Danubio nell’Austria inferiore, e quì trattò subito di un armistizio secondo le circostanze col francese generale in capo Moreau, il quale venne anche conchiuso li 23 Dicembre per due mesi, colla speranza, che fra quel tempo si stabilisse la pace. Molti furono gli articoli di quest’ armistizio, essendo per il Tirolo interessante, che venne accordata una Salvaguardia francese nel Tirolo settentrionale, sì nella città, come pure nelle fortezze limitrofe con altrettanti soldati austriaci, nel minor numero possibile. La linea di demarcazione era il fiume Mura nella Stiria, e venendo nel Tirolo, Lienz, Bressanone, Bolzano, Merano, Glurns, e Bormio sino all’armata d’Italia, restando però il Governo politico, camerale, e civile agli austriaci dipartimenti, e così terminò l’anno 1800.

Il principio dell’anno 1801 incominciò con una ritirata generale dal Tirolo meridionale delle armi austriache. Ai due di Gennajo li francesi