Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/150

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Alla fine dell’anno si pagano tutti i conti, si comprano vestiti nuovi, si scambiano doni. Il regalo più gradito consiste in un paio di scarpe, e il chinese scrive a tutti i conoscenti per augurar loro un anno felice, con certi sgorbi, che somigliano alle tracce che lascerebbe una mosca intinta nell’inchiostro, e poi messa ad asciugare su un pezzo di carta.

Il chinese divide gli anni in «lune» e l’anno spesso contiene dodici e spesso tredici lune. Quello del 1884 aveva un mese di più come accade da noi quando si aggiunge un giorno a febbraio negli anni bisestili. Anche nel 1887 fu aggiunto un altro mese o luna, il che si esprime con la stessa parola.

Non è una pretensione infondata quella dei chinesi di ritenersi il popolo più civile dell’antichità. Essi conoscevano la bussola molto prima degli europei; e per notare un altro contrasto fra l’Europa e la China, il nord dei chinesi, segnato dall’ago calamitato, è il nostro sud.

Per provare quanto si credono superiori in civiltà agli europei, chiuderò con questo fattarello che, lessi non ricordo dove.

Un inglese fece osservare ad un chinese l’assurdità di mangiare con gli stecchini, e il mandarino rispose:

— Nei tempi remoti, prima che noi fossimo un popolo civile, si usavan da noi pure forchette e coltelli, e non avevamo stecchini. Noi dobbiamo portare un coltello nell’astuccio degli stecchini, ma è un resto di barbarie; non ce ne serviamo mai. Noi ci sediamo a tavola per mangiare e non per squartare carcasse! —

Mi pare che l’argomento del mandarino non fosse troppo felice!