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tutto mangiano. Essi mangiano sempre, meno che quando dormono, e forse anche allora hanno qualcosa in bocca.
Gl’indiani si servono di armi lunghe, archi e frecce. Non hanno balocchi, ad eccezione forse di una palla e di un aquilone. Sono distruttori per istinto e uccidono gli uccelli, ne rubano i nidi, e in genere non fanno altro che divertirsi, finchè non giungono all’età in cui debbono essere «valorosi.» Allora il ragazzo ha acquistato tutta l’esperienza che gli è necessaria. Egli sa leggere nelle stelle e guidarsi da sè; dal volger di una foglia sa dire che direzione ha preso un uccello e di che specie era. È allegro, affettuoso e sporco quanto è possibile; benchè sia quasi sempre nell’acqua non può lavarsi la pelle impregnata di olii e di grasso.
La bimba indiana cresce diversamente; non appena può camminare, si veste e aiuta la madre nel portar legna e acqua e nell’intrecciar giunchi. Quando è più grande, ella continua a lavorare e non ha tempo di baloccarsi come i fratelli. Ella ricama le pelli degli animali uccisi dagli uomini, va in cerca di frutti e non sta mai in ozio.
Un giorno che la ragazza è grande e forte viene un guerriero della sua o di un’altra tribù, la toglie ai genitori e dalla tenda della madre passa nel wigwam del guerriero, impara a fare una culla e fa per i propri figli quel che sua madre ha fatto per lei.
Il ragazzo divenuto grande caccia, pesca, si batte e perisce probabilmente in uno scontro con le milizie degli Stati Uniti o in una zuffa fra indiani.
I bambini dell’Asia centrale restano poco tempo bambini. Quando avrete saputo che le bimbe di otto anni sono donne fatte e che a nove possono maritarsi, capirete che non hanno molto tempo da dare a divertimenti infantili.