Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/82

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libere per i prati, dopo aver passato l’inverno rinchiuse nelle stalle, è quella di disputarsi il diritto di sovranità.

Lottano l’una con l’altra per conquistare quel diritto, e i bambini stanno ansiosi a guardare chi di loro resterà vincitrice: se Griotta, la vacca rossa, o Violetta la bruna, o Bruna la nera, o Masera la disprezzata. Quando la lotta è terminata, la vacca vincitrice, chiamata reina o maitra in alcune parti della Svizzera, riceve le insegne della sua carica dalle mani del pastorello, il quale le lega la grande campana intorno al collo. Essa l’agita con coscienza della propria dignità, e da quel giorno in poi è davvero regina della mandra, e quando ha occupato quel posto per un paio di anni, ed ha la peggio nell’annua battaglia, un’altra è investita della sua carica. La vinta allora doventa malinconica, e ricusa di mangiare.

Quando la mandra ha la sua regina, allora i ragazzi tornano alle città e ai villaggi, ed il pastorello seduto sopra una pietra muscosa, lascia che la brezza gli agiti i capelli e canta la Ranz des Vaches:

Les armaillis de Colombetta
De bon matin se son lévà.
Ah! ah! lioba, lioba por aria
Vermide toté, petité, grozzé
Et bliantz’é nèré é ’zouven é autré
Dezo stou tzano, yo yié trinzo
Lioba! lioba por aria!

Sapete quel che vuol dire quel canto?

I pastorelli di Colombella si sono alzati presto.
Oh! oh! vacche, venite per esser munte,
Venite tutte, grandi e piccole, bianche, nere, giovani e vecchie,
Venite sotto la querce perchè io possa mungervi;
Venite sotto il frassino perchè io faccia rapprendere il latte;
Vacche, vacche care, venite a farvi mungere!