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mente si permetteva il lusso di speculare alla Borsa, valendosi delle notizie che aveva prima di molti altri, e siccome ritirava i titoli invece di pagare le differenze, oppure col credito che aveva acquistato li depositava alle Banche, così non perdeva mai, e sempre aumentava il suo capitale. Inoltre speculava anch’egli in terreni, ma comprando per rivendere subito, perchè l’istinto commerciale dicevagli che qui, come prima a Vienna e poi a Berlino, il giorno del krach doveva venire, e che era impossibile che su tutti i terreni che si levavano all’agricoltura per farne terreni fabbricativi, sorgessero case, e quelle case dessero un guadagno.
L’attitudine alla speculazione che può non rivelarsi in gioventù nei figli e nipoti di mercanti, si manifesta sempre in essi con l’andar degli anni, speculazione meschina se le condizioni dell’esistenza assegnano loro un campo ristretto, speculazione vasta se il campo che possono esplorare ha grandiose proporzioni.
Ora che Ubaldo aveva sentito tutti gli strazi della miseria, tutte le punture continue e dolorose dei sacrifizi, si era fatto accorto, non sprecava più, non sacrificava nulla alle apparenze. Maria viveva comodamente, ma