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più don Pio su nulla. Faceva o disfaceva di propria iniziativa, e soltanto allorchè doveva far fronte a impegni, diminuire cambiali, pagare interessi e non poteva farlo da sè, presentava nuove cambiali al principe, il quale firmava senza leggere, senza dir parola.
La duchessa, vedendo il figlio ingolfarsi nei debiti, vedendolo camminare a occhi chiusi verso la rovina, gli dava dei consigli, lo esortava a partire per un lungo viaggio e a lasciare a lei la cura di strigare quella intricatissima matassa. Lo assicurava che ella ne avrebbe trovato il bandolo e che sarebbe stata tranquilla, purchè si fosse riavuto di spirito.
— Nel vederti così abbattuto, io non ho più forza, più energia; sento tutto il peso degli anni. — dicevagli la madre con quella tenerezza, che non aveva nel cuore altro che per lui.
— Sono finito, — rispondeva egli scrollando mestamente il capo.
— Ma non rifletti, Pio, che questa rovina ti espone allo scherno della moltitudine, che in questa rovina tu coinvolgi tutta la gente che ci sta d’intorno, che questa rovina sarà per tanti e tanti una catastrofe?
— Sono finito, — rispondeva il principe soc-