Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/156

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i4<5 alla morte ! * tutto "in te era amore di religione e di onestà..

  • P. — Oh se me ne rammenta!, e mi duole

che col crescermi degli anni scemassero le virtù. j .' . — E sin d* allora io tremava, che il soffiare dei venti non Sfogliasse il fiore primaticcio j il quale ove si fosse serbato in- taro e non tocco, avrebbe dato a suo tempo frutta maravigliose.. . > 5 - P. — Mara non uscir di proposito, che hanno a fare queste parole coll'incominciato discorso? - A, «— Tel. dirò* appresso.. Ora, trascorri nel tuo segreto r dappoiché viva e fresca ti parla la memoria delle andate cose, trascorri tutta quanta, la w tua vita, e vedi cornetti sia .tramutato dall’uomo di prima! i P* — Ecco, che, sebben trepidante, pure in un batter d’occhia, ho riandato il novera e la serie degli anni miei. A. —*Che adunque vi trovi? p, — Certo non è vota di senno la dottrina, che, siccome lessi ed intesi, si contiene n^lla lettera di Pitagora. Perciocché,, sin dal primo dare de’ miei passi , movendo con modestia e temperanza lunghesso il retto cammino, tosto che giunsi là . dove esso in due. si divide, intesi sonarmi all! orecchio/.il ramando -che mi tenessi alla diritta } ma io improvvido e caparbio torsi alla sinistr