Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/170

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i6° . tutta volonteroso di risanare, e non ignaro di siffatto consiglio, più volte mi detti a fuggire, e sebbene adducessi varii pretesti, la sola cagione del mio peregrinare e villeggiar si frequente, non altro fu che amore di libertà; di cui movendo in cerca, trascorsi dall’occidente all’oriente e*d’una parte nel- raltra fino ai confini dell’oceano, senza che, come sai, ne risentissi verun giovamento. Perciò spesso mi toccò V animo la comparazione di Virgilio: ' / n Qual cervetta ferita, a cui confisse ri Ferro alato nell’anca il cacciatore, » Che dalla lunge avventurando il colpo » D'improvviso la colse entro i boschetti o) Di Creta; ed ella via per fratte e dumi aggira trascorrendo, entro l’aperto » Fianco V esizial dardo recando >». Io pure , divenuto non dissomigliante da questa cerva, me ne andai lontano da lei, ma recando sempre con me la mia ferita. A. — Nella tua risposta v'ha quel rimedia per cui implori l’opera mia. ♦ P. — E come ? A. — Perchè il- mutare di luogo, anziché apportar guarigione, accresce le sofferenze a chi porti seco il proprio malore, E a te adunque può dirsi ciò che rispose Socrate ad un giovanetto, che si lagnava perchè* j , ««<..