Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/182

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t *2 mento, cbe con te nulla mi franerebbe ; perchè , quando pure mi consentissi che in amore possa darsi codesta sazievolezza, e rm concedessi*che ove questo regni quella non ha luogo giammai, a oiun patto poi scenderesti ad accordarmi cbe il tuo cuore ar* lentissimo sia stacco dall'amar la tua domiti* Toccherò adunque delle altre due rcose. Or tu non mi negherai, io spero, che la natura non t’abbia fornito di animo ingenuo e non ¡sprovveduto di pudore* * .U' - P. .— Se il soverchio amor di me stesso non mi fa velo all’intendimento, ciò è tanto vero che spesso ebbi a lamentarmi meco medesimo d"esser nato uomo, e in un secolo nel quale, come vedi, gli onori, le speranze , Je dovifie, tutto in- una parola divien preda degli sfacciati, a cui è forza che sin la * virtù e la fortuna cedano il luogo«. A. — Deh quanto male Yamore al pndor s’accompagna; perchè, mentre il primo .sbadatamente trascorre,. H secondo adopera con riguardoso contegno; quello lavora d* sproni, e questo raccoglie ili freno j l’uno a nulk ha rispetto, l’altro ad ogni cosa provvede. • < P. — Ahi fiero dolorei .il sentirsi cosi straziato da contrastanti affetti,, ravvolto come in un turbine,* ignaro del dove mi convenga dirizzare la combattuta navicella della •mia mente; ed or qui or là trabalzato, no« ho posa un istante. - . 1 . . *

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