Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/184

Da Wikisource.

re; per et è’è fama che Numa' Pompilio secondo re dei romani, avesse bianchi i capei» li. E anche il nostro Virgilio, cbe scrisse nell’anno trigesimo secondo la sua bucolica,' dice di se, sotto la figura d’un pastore:: « Allorché bianca recidèa la barba ». j4. — ISTon è certa a dire che tu difetti dr esempi ; cosi te ne giovassi a richiamarti it pensiero della morte! E tu in quella vece delle testimonianze di codesti cantiti uo-* mini, ti giovi quale* d’un eccitamento a: dissimulare ravvicinarsi della morte e della* vecchiezza. Perchè,, quale altra utilità tue ri-* traggi se non se quella, di cancellare dall’a-* nimo il rapido trascorrere degli anni e l’approssimare dell'ultimo fine? e devi rammentarti che a scolpir solo nella tua mente questo salutar pensiero , mirano le nostre parole.; Ben sei folle, se mentre io t’esorto a riv guardare la tua canizie, mi vai noverando una schiera d’illustri canuti, quasi che par* lassi di personaggi divenuti immortali, il cui esempio t’ammaestrasse a non temere ìa. . morte. Onde io credo che se ti avessi accen*- nato della calvezza, tu mi saresti venuto innanzi con Giulio Cesare. * * C iP. — Sì certamente} che a più chiaro uomo non avrei potuto ricorrere, E poi;, o io* m’inganno ; grande conforto è quello di circondarsi di sì famosi compagni; donde av* viene che io, come di giornaliera suppellettile,