Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/205

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9^ degli uomini7 e innumerevoli anime travolse in perdizione. Poiché mentre costoro vogliono tenere Pun piede ferino in sulla terra e l'altro nel cielo, non sanno nè ben rimaner- sène quaggià -nè colassd salire. Donde avviene che miseramente minino, e d’improvviso» in sol fiorire dell’età e nel bel mezzo delle- fortune, sia rotto a mezzo il filo di loro vita. Or non pensi che anche a te potrebbe ac* cadere lo stesso? Deh quanto sarebbe il tuo dolore, quanta la vergogna, se, mentre questi folli pensieri ti si aggirano in mente; ciò che Iddio mai non consenta! ti si rovesciasse addossò ima tanta «ventura! Allora si chev tardo ed inutile sarebbe il pentimento^ perché il correr dietro a mille brighe affannose, non altro ti avrebbe fruttato òhe nulla. - P. — La misericordia deU'Altissimo tolga da me tanto danno f * i •’ ' A. — Quantunque ella non iscusi Yumana follia; pure io prego che tr aititi di tanto! Senonchè credo che tu confidi oltre il debito in questa misericordia! Iddio se abborrisce chi dispera, deride poi quelli che mettono in lui una improvvida speranza. Duoimi però che tu abbia in conto di favolosa leggenda Yopinione dei filosofi, onde si prova che la terra, rinchiusa entro stretti confini, non è se non un'isola che alcun poeo si s prolunga

  • el mare. E favola adunque ti parrà eziandio