Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/207

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97 tolgono modo ad allargar troppo la celebrità del vostro nome. Or ti sembra che queste sieno tutte leggiadre novelle? e allora è pur novella quanto m’era ripromesso de’ fatti tuoi, perchè io credeva che tali cose da te principalmente, dovessero riguardarsi siccome indubitate. Ed, a tralasciare che Cicerone ■ e Virgilio, e i poeti e i filosofi te addottrinarono di tanto, io so, che questo stesso concetto lo adornavi di versi nell’Àfrica tua, là.dove dici: » Entro angusti confin racchiuso il mondo, » A breve isola é par, cui d’ognintorno . » Bagna co' flutti il gran padre oceano ». Ed appresso altre cose aggiungesti ; le quali se tu stimavi false, ignoro come per si lungo tempo le affermassi con tanta asseveranza. Che dirti poi della prontezza onde si dilegua la fama mortale, che delle angustie del tempo? Ogni memoria, per quantunque antichissima, è da tenersi siccome lievissimo nulla, ove coll’eternità si paragoni. Ned io ti richiamo alle opinioni degti antichi che raccontano gli meendii e i diluvi! che devastarono la terra ; il Timeo di Platone e i dialoghi di Cicerone nel sesto della Repubblica ne sono pieni. E gli avvenimenti, che vi sono rapportati, sebbene abbiano sembianza di probabili per molti, da