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Ch’al duro fianco il di mille sospiri
Trarrei per forza, e mille alti desiri
Raccenderei ne la gelata mente;
E ’l bel viso vedrei cangiar sovente,
Et bagnar gliocchi, et più pietosi giri
Far, come fiocchi de glialtrui martiri
Et del suo errar, quando non val, si pente;
Et le rose vermiglie infra la neve
Mover da l’ora; et discovrir l’avorio,
Che fa di marmo, chi da presso ’l guarda;
E tutto quel; perche nel viver breve
Non rincresco a me stesso, anzi mi glorio
D’esser servato a la stagion piu tarda.
S’amor non è; che dunque è quel ch’i sento?
Ma segli è amor; per Dio che cosa, et quale?
Se buona; ond’è l’effetto aspro mortale?
Se ria; ond’è si dolce ogni tormento?
S’a mia voglia ardo; ond’è ’l pianto et lamento?
S’a mal mio grado; il lamentar che vale?
O viva morte, o dilettoso male
Come puoi tanto in me; s’io nol consento?
Et s’io ’l consento; a gran torto mi doglio:
Fra si contrari venti in frale barca
Mi trovo in alto mar senza governo,
Si lieve di saver, d’error si carca;
Ch’i medesmo non so quel ch’io mi voglio;
Et tremo a mezza state ardendo il verno.