Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/125

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sue mani, egli lo farà rinchiudere nel suo proprio castello di Brolio, ove egli sarà trattato come principe, ma donde non uscirà più che ad Italia fatta e compiuta! E ciò dopo averlo udito, veduto, preso atto delle sue parole ed espressigli i suoi intendimenti. Si permette a Montanelli di venire perchè non lo si teme, ma lo si sorveglia e lo si annulla. In Toscana non vi fu allora che un uomo, una voce, una volontà, un pensiero, uno scopo, una forza — Bettino Ricasoli ed il suo programma!

Il barone Ricasoli non è mica una forza attiva, poichè egli manca d’iniziativa. Egli ha la forza del bronzo: la tenacità, la resistenza. Ricasoli non ha una comprensione larga, estesa; ma egli vede chiaro, sa meglio sintetizzare che analizzare. La sua eloquenza è strozzata ed oscillante: ma il suo pensiero è profondo ed esatto. Egli non è uomo di genio, ma uomo di stato — nel senso, che ha il tatto sicuro, o se vuolsi, l’istinto della situazione, e non bilancia punto in trovare ed applicare i mezzi i più semplici, i più efficaci, i più spicciativi per dominarla. Egli è logico come un colpo di spada: ei taglia.

Quando i diplomatici francesi lo circonvenivano in Palazzo Vecchio e lo assediavano, e lo insidiavano con mille modi, minacce, promesse, suggestioni, speranze, il barone non rispondeva che per queste parole: Vous traitez avec moi, donc vous me reconnaissez: — Du tout! sclamavano quei signori stupiti. — Eh bien, alors, ripigliava il barone, entre vous et moi il n’y a aucun point de contact: laissez-moi la paix!