Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/131

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VII.


La destra. — Suo carattere. — Il ministro rinforzato. — Menabrea, Miglietti, Cordova. — La destra. — I suoi capi. — Buoncompagni, Farini, Lanza. — Suoi membri. — Moggio, Pasini, Leopardi, Torelli, Jacini, Yegezzi, Corsi, parecchi altri... Gustavo di Cavour. — Alfieri, Bersano, Andreucci, Baldacchini, Lacaita e Caracciolo, Spaventa, Chiaverina, Cantelli, Pettinengo e Cuggia.


Torino, 26 giugno 1861 e 28 febbraio 1862.


Nel tempo del conte di Cavour, la destra del nostro Parlamento votava con un insieme ammirevole, sotto l’ispirazione del suo capo. Ora questa destra è padrona dei destini del paese. Io non voglio discutere se questa parte della Camera esprime veramente la maggioranza della nazione. Il fatto è che la n’esercita il dritto, che la ne riassume la forza, che la ne rappresenta la parte. La nazione può essere al di qua o al di là; però essa non dà, riceve l’impulsione da questa falange perfettamente disciplinata. La destra, indipendentemente dal suo valore intrinseco, ha acquistato il valore della circonstanza. Essa si è trovata senza volerlo, senza sperarlo, alla testa d’Italia, cui può tenere a galla o lasciar naufragare.