Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/142

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pido al suo posto e non sogna più, a quanto pare, del paradiso perduto, che non erasi data la pena di guadagnare, nè si curò di conservare. Egli accompagna dei suoi voti e del suo voto il vascello che conduce Ricasoli e la sua fortuna. Se vi segnalo il signor Corsi tra i 350 membri della maggioranza, egli è perchè egli ha un valore incontestabile.

Passiamo su Raeli, su Menotti, il solitario della destra, su Busacca, un buon economista, su Bertolami, intelligenza viva, ornata, facile, ma vaporosa; su Gustavo di Cavour, nobile e fiero carattere, intelletto colto, ma corto, ultramontano; su Alfieri, il quale par soccombere sotto il nome che porta ed il nome di Cavour che crede gravitargli su per alleanza, luogotenente di Chiaves, e fino fiore dell’egemonia piemontese, cattolico, spirito in ritardo con delle velleità di diventar capofila; passiamo sull’ammiraglio Persano, il valente bombardatore di Ancona e di Gaeta, sempre pronto a spandere i suoi lumi sugli affari della marina, e non imponendosi mai. Passiamo altresì su Andreucci, vice-presidente della Camera, toscano molto istrutto, fino, logico, avvocato, autonomista amministrativo, molto competente in tutti gli affari di Governo, lottatore infaticabile negli Uffici e modestissimo nell’Assemblea; passiam presto, per pericolo di morbo, su Baldacchino, estratto di gesuita, di sufficienza, d’incapacità. Commendatore senza pretesto, figura di fuina, o meglio, di topo in buon umore; passiamo su Lacaita e Caracciolo, irrequieti, mosche del cocchio sempre affannati,