Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/168

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Io passo, ed a disegno, su i boudeurs consolabili, su i pretendenti a portafogli, sugli uccelli di passaggio e sugli esploratori che vengono dal campo nemico.

E perchè ne sono ai deputati, i quali non fanno che passare, aggiungo una parola su coloro che, traversando per recarsi alla destra, si sono smarriti e si sono arrestati su i banchi della sinistra. Potrei nominarne parecchi; mi limito a notarne di fretta e furia due soli, il signor Chiaves ed il signor Gallenga, avvegnacchè questi, quest’anno, abbia fatto un passo innanzi e sia passato al centro.

Il signor Chiaves ha degli slanci di oratore politico, la logica fina e serrata, il colpo d’occhio sagace, e sarebbe uno degli uomini i più notevoli del nostro Parlamento se non fosse autonomista, piemontese a tre doppi ed ultra-cattolico. Lo si ascolta nondimeno con considerazione e simpatia. Egli è il capo di coloro che rappresentano l’egemonia piemontese con Alfieri, Bertea, Bottero, Mazza, ecc.

Il signor Gallenga, un po’ nomade, è inclassificabile. Il signor Gallenga, da due anni, mi perseguita nelle sue rimarchevoli corrispondenze del Times, chiamandomi demagogo, anarchico, mazziniano, murattista e pazzo. Peccato che non mi abbia ancora chiamato cattolico! Dovendo parlare di lui, io non mi vendicherò con una menzogna. Il signor Gallenga è una delle figure fantastiche della nostra Camera, che scappano di un lancio ed in un attimo a tutti i partiti. Egli è un misto di selvatichezza e di malleabilità, di repubblicano