Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/182

Da Wikisource.

— 178 —


Ricciardi ha la sventura di rallegrare la Camera, quantunque egli dica spessissimo delle cose giuste, vere ed assai bene esposte. Non ha lunga lena di parole, di idee, di mente. Un pizzichetto di qualche cosa, e passa. Però questo pizzichetto lascia un segno. Egli ha fatto giuramento di vedere ogni giorno il suo nome nel conto reso delle sedute — non fosse che per avere fatto rimarcare che nel processo verbale si era omessa una virgolo. Se lo si lasciasse fare, Ricciardi ci servirebbe un codice di sette articoli — come i sette sacramenti. Egli ha l’epidermide enciclopedico. Del resto, molto intelligente, perfetto galantuomo, convinto, coscienzioso, onesto, simpatico a tutti, non mancando nè di a proposito, nè di dignità. Ha dei travers, non pas des defauts.

Vi ho toccato, a due riprese, di Mellana, cui non posso collocare in alcun sito, in niuna classe. Egli è stato sempre al Parlamento, dal 1848 in poi e sempre all’estrema sinistra. Bersagliere formidabile, logico, serrato come un assioma, tattico, giudizioso ed abile. Mellana ha preso parte a tutte le lotte politiche del Piemonte. Egli parla non so qual lingua; ha delle maniere burbere e brusche, l’organo della voce poco simpatico; ma non appena ha dimandato di parlare, tutti si tacciono ed i ministri ascoltano. Chi usciva, rientra; chi leggeva o scriveva, cessa. Il Ministero sa d’innanzi che l’attacco è serio e senza riguardi. Se la sinistra dovesse riconoscere un capo, lo più abile, senza contesto, sarebbe Mellana. Ma egli è stanco della sua parte. La nomina di Ratazzi