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audaci, scienziati.... Presi ad uno ad uno i deputati del Parlamento italiano sono quanto l’Italia ha di eletto fra i suoi figli più eletti — ed a niuno dei membri degli altri Parlamenti, europei secondi. Anzi i nostri han la modestia in più. — Avvicinateli negli Uffici, nei ritrovi, nelle riunioni eventuali.... ogni nuova conoscenza è una deliziosa sorpresa — sorpresa tanto più profonda quando siamo a ricordarci che tempi ebbimo a traversare, dal 1815 in poi, e che governi!

Se io fossi di natura men selvaggia e meno obliosa, avrei forse raddoppiate le pagine di questo libro, ed augumentatone l’interesse. Ma la mia ritrosia non so vincere, e non ho sfiorato che i profili di chi conobbi, di chi lambii, in passando, un bricciolo di conversare. Quindi, il mio libro è incompleto. E ne domando scusa a coloro di cui tacqui e di cui avrei dovuto favellare, ed a coloro di cui mi sbrigai con una frase, la più corta possibile, e perciò talvolta monotona. Ho scritto però senza malignità ed a seconda dettava dentro la mia coscienza.

Presi in massa intanto quegli individui sì vari, sì diversi, sì completi, sì scelti, formano un insieme che sembra una grande dissonanza al primo audito, al primo colpo d’occhio. Ma poscia, quando si compara, quando si rapprossima, quando si conosce il tuono e si è fatto l’occhio allo scintillìo di tanta mobilità di luce, si vede che il Parlamento italiano è un corpo perfettamente organizzato, all’organismo forte, ai legami potenti, agli organi