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cevole, il ronzatore il più antipatico che crispa i nervi, è Lacarta, San-Donato parla sempre o frizza — quei della destra ben inteso. Plutino ha lo più d’enfasi provinciale. Lo più irritato ed irritante è il signor Paternostro. Lo più scipito e vuoto è Bruno.

Vi è una categoria di deputati che ha la malattia di proporre delle leggi per avere l’occasione di recitare un piccolo discorso meditato, mandato a memoria per sei settimane.

Un sol deputato siede alla Camera la testa coverta di un berrettino — il mio eccellente amico signor Rendina. Mordini provò un momento d’imitare questo Grande di Spagna della Sovranità nazionale; ma il suo fez di velluto ha soccombuto alla fine sotto l’indignazione di una coppia di begli occhi che lo fulminavano dalla tribuna delle dame, ed è scomparso. Massari è l’amico di tutto il mondo — che non sia però un semplice mortale! Crispi ha l’attitudine la più aggressiva nella Camera — quando s’indigna e rompe la monotonia. Allorquando egli si alza per parlare, si direbbe che sia per tirar fuori di tasca un paio di revolvers. Io ho udito il ministro Minghetti a dirgli, ch’egli ne aveva paura. Macchi non manca mai di parlare, quando si tratti di una protesta generosa.

L’ex-Mirabelli, giudice mascherato d’avvocato, era tutto sorriso quando si protendeva in avanti per parlare. Il suo naso terribilmente rosso — diventava un carbone infiammato per beatitudine. Non parlava mai, ben inteso — che per cantare il laudamus pueri dominum. Il lettore di discorsi