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siglio e prese il portafogli delle finanze. Poi, quindi a poco, Buoncompagni essendosi ritirato, egli invitò Ratazzi al ministero della giustizia. Il conte di Cavour si alligava al centro sinistro.

Nel 1857, Ratazzi avendo lasciato il portafoglio dell’interno, il conte di Cavour accumulò quello degli affari stranieri, dell’interno, dell’istruzione pubblica e la presidenza. Fu ministro fino alla pace di Villafranca.

Il conte di Cavour aveva carezzate le idee inglesi, essendo deputato e giornalista: arrivato al potere, ei comprese la parte che l’imperatore Napoleone andava a far rappresentare alla Francia, e si appoggiò apertamente e con abbandono sur essa. Ei fece decidere la spedizione di Crimea, il di cui successo lo condusse al Congresso di Parigi, Quivi egli si diede a conoscere meglio all’Imperatore, cui meglio conobbe. Essi s’indovinarono, forse si compresero. E forse ei bisogna datare da quest’anno quell’accordo che si manifestò di poi per un seguito di avvenimenti fortunati per l’Italia. La questione italiana fu iniziata, anzi posta nel Congresso di Parigi dal conte di Cavour, con il consentimento dell’Imperatore, l’Inghilterra favorendolo. A Plombières furono convenute forse l’alleganza di famiglia e l’alleganza nazionale. E la guerra del 1859 spuntò in quel firmamento ove dovevasi vedere quindi a poco la stella d’Italia brillare, quella dell’Austria impallidire.

Ma un malinteso si era frapposto tra il ministro del re Vittorio Emanuele e l’Imperatore. Il