Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/107

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di temperanza; ma le sue idee non avevano più nesso alcuno. Costabile Carducci, colonnello della guardia nazionale della provincia di Salerno, propose a sua volta di farla venire: ma i moderati respinsero la proposizione, non volendo propagare l’allarme e spingere le cose all’estremo. Invece si mandò una commissione al re perchè facesse rientrare la soldatesca. Il principe Pignatelli Strongoli, delegato dalla Camera dei pari, venne contemporaneamente a presentare un’altra formola di giuramento, da quella Camera adottata già. Ma neppur essa accennando l’articolo del programma del 5 aprile, che si voleva ad ogni costo sconoscere, si ributtò, e si conchiuse che o non sarebbesi giurato affatto, o sarebbesi giurato giusta i sensi espressi dal Pica. Lo Strongoli apportava quest’ultimatum ai pari, una commissione al re perchè avesse scelto. I deputati non potevano palesare maggior desiderio di conciliazione. Solamente essi sono biasimevoli per aver negletto di provvedere con misure opportune al caso di rifiuto del dilemma proposto; e questa impreveggenza li perdette. Il fermento intanto e l’ira del popolo cresceva: parole d’ingiurie, propositi di vendette udivansi per tutto. La città era tuttaquanta o sulle strade o ai balconi. Il re ordinò che la truppa rientrasse nei quartieri. La calma prometteva ristabilirsi; ma ecco la novella si spande che le barricate cominciavansi a costruire nella strada di Toledo.

29. Donde fosse partita l’iniziativa di questa misura estrema non si sapeva. Uomini ignoti, ceffi sinistri le elevavano, e fuvvi chi asserì avervi riconosciuti financo dei gesuiti travestiti. Sia comunque, alcuni briccioli di guardia nazionale per elezion propria si presentarono a