Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/22

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zati, ingannata nella soluzione dei problemi dello spirito, avvelenata su tutte le nobili tendenze dell’anima, disseccata nel cuore ad ogni affetto generoso, evirata, pervertita, abbindolata, essa non ha avuto campo di meditare i destini umani nel loro splendore e nella loro grandezza, è stata slanciata anzi ed incitata a divorare solo il cammino delle passioni brutali. Sozza dello più schifoso materialismo, per essa, l’alta borghesia, non vi ha che un duplice Iddio, l’oro ed il piacere - il piacere sotto le sue più triste divise, il gioco e l’orgia. Straniera ad ogni sentimento gentile, avida di guadagni e di dispotismo, piega abiettamente il capo al più vile famiglio del potere cui piaccia imporle un desiderio qualunque, per sovraimporre a sua volta questo desiderio al proletario, e su di questo satollarsi di quelle lussurie di dominio e di avarizia che non le dan mai tregua, talchè dopo il pasto ha più fame che pria. Non ci ha disonestà, non ci ha avvilimento, non ci ha tristizia di cui questa classe di tirannelli rimessi a nuovo non si senta capace di farsi strumento. La coscienza non ha per lei più voce: la dignità umana non ha per lei più forma: la virtù ed il vizio sono simboli di successo. Infine non la cede in nefandezze che al prete, a volta a volta suo organo e suo maestro.

4. Sì, il prete: ed io non ho colori forti abbastanza, parole energiche troppo per caratterizzare questa setta; e sì che vorrei gittare un drappo sopra così immonda gemonia per risparmiare il disgusto di chi mi legge. In una famiglia composta di più individui, il più brutto, il più stupido, il più brutale, il più ributtante di animo è scelto per la carriera sacerdotale. Quando un padre ritrova in uno dei figli la stoffa per un capestro, quando