Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/127

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VIII.

Infrattanto.... il re prega.


Alle otto del mattino Don Diego si presentò in casa di Don Domenico Taffa. Il degno galantuomo terminava di radersi, e per rimettersi della fatica centellava una tazza di cioccolata alla crema, cui la sua bella governante, sufficientemente scollacciata, gli presentava.

— Ebbene! dimandò Don Domenico, quando la sua Ebe in grembiule si fu ritirata.

— Ebbene, io ho seguito il vostro consiglio, disse Don Diego. Ho mandato mia sorella a confessarsi dal P. Piombini.

— Ah! alla buon’ora. Cominciate a divenir ragionevole. Ed allora?

— Codesto gesuita è un miserabile.

— Hum! eccoci li ancora. Un miserabile! Cosa ha egli fatto insomma?

Don Diego raccontò la confessione di Bambina.

— E voi chiamate miserabile un uomo che vi propone una miniera, un canonico da mettere a partito, un uomo cui io farò vescovo quando vorrà