Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/131

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— Signore, vostra sorella e dessa fidanzata?

— Non mica.

— Volete maritarla?

— Le giovinette sono al mondo per codesto, io m’immagino. Ma mia sorella non ha dote.

— Insomma volete voi maritarla?

— Non ho alcun partito preso in contrario.

— Buona sera.

Don Diego lo rischiarò fin giù delle scale, — non vi era lampada, — e risalì senza soggiungere motto.

Don Domenico Taffa correva come un uomo che scappa dal fuoco.

Don Diego non ripetè a sua sorella il supplemento di conversazione che aveva avuta col suo visitatore.

Il dì seguente, Bambina ritornò al confessionale del P. Piombini. Suo fratello visitò qualche conterraneo, principalmente un farmacista della strada Foria, il quale gli diede una lettera del marchese Tiberio di Tregle. E quel marchese non era altri che il già dottor Bruto Zungo, di cui avremo a parlare più oltre.

La sera, Don Diego ascoltava con ansietà il racconto della seconda conversazione del gesuita con sua sorella, quando il barone di Sanza arrivò. Bambina impallidì e si tacque di un tratto. Don Diego gli narrò il risultato della sua visita all’intraprenditore delle limosine per le anime del Purgatorio, della sua visita al capo di ripartimento del ministero, la visita che costui gli aveva reso, la gita a confessione di Bambina, tacendogli però