Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/189

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miseria oltraggiante. Ed ecco perchè le rappresaglie delle rivoluzioni sono giustizia, e quelle delle ristaurazioni vendetta. Gli anni passati con Bambina, nel pungente denudamento dei lari paterni, sfilavano innanzi ai suoi occhi come i cavalieri della gualdana, lo colpivano, lo laceravano. Egli sentì ruinar sulla sua testa l’anatema del terribile vae soli! Andò a frugare nella camera di Bambina senza sapere che si facesse, cosa cercasse, e s’impregnava dell’emanazioni della fanciulla che vi restavano ancora. Ei passeggiò tutta la notte per l’alloggiamento solitario. Il battere delle ore all’orologio di una chiesa l’assassinava.

Abituato, dall’escita del seminario a vedersi circondato di cure, di cui egli neppure sospettava, si trovò eccessivamente misero quando gli occorse preoccuparsi di quei mille dettagli, cui la presenza della donna rende dei nonnulla, e la lontananza, un mondo di privazioni e miserie. Un disgusto supremo di tutto lo invase. Non si nudrì più che di pan secco. Di rado cangiò di biancheria. La polvere lo soffocava. I suoi abiti non ebbero bentosto più bottoni. Ciò che prima aveva l’aria di una povertà industriosa, divenne la nudità in cenci di un mendicante. Entrava tardi. Si coricava senza accendere il lume. Fuggiva dal suo giaciglio appena levatosi, come se una mano invisibile lo avesse cacciato. La sua sporcizia gli faceva orrore, ma e’ la lasciava spessire. Egli udiva il lazzarone burliero sclamare sul suo passaggio: ecco un abate arrugginito a punto! Lo scoraggiamento lo sopraffece.