Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/209

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La vista di quelle scodelle tese, risvegliò l’appetito di Gabriele. Egli vide passare i mendichi l’un dopo l’altro, ed avanzando insensibilmente, a misura che quelli che si allontanavano lasciavano posto, si trovò in faccia di fra Gaetano. Gabriele non aveva scodella; ei non distese la mano. Fra Gaetano lo sbirciò senza cospettare, poi lo sbirciò ancora grattandosi l’epidermide del collo. Ei prese da un paniere due pezzi di pane e di carne, e glieli gettò, dicendo:

— Ritorna domani.

Gabriele trovò il pane eccellente, la carne squisita, il monaco strano; osservò sulle labbra dei due fratocci un sorriso ch’e’ si permise di qualificar stupido, e se ne andò facendo capriole.

L’indomani e’ si disse:

— Poffar dio! poichè mi si dà un così buon pranzo per nulla e mi s’invita con tanta gentilezza, perchè non accetterei io l’invito di padre Gaetano?

Ed andò al convento.

Appena che fra Gaetano lo scorse, gli fece segno di aspettare e sollecitò a dispensar la brodaglia. Poi, quando Gabriele fu restato l’ultimo, fra Gaetano cavò fuori di sotto la tunica un bel pezzo di pane bianco ed un groppone di cappone non male in carne, e l’offerse all’avidità del garzoncello, carezzandogli paternamente la testa. Poi gli disse:

— A domani, piccolo.

Allettato in questa guisa, accolto di così buona grazia, attirato con tanta premura, carezzato, fe-