Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/246

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Vedendo in quell’uomo la fibra delle forti passioni, l’audacia e la bravura, il conte d’Altamura che reclutava le sue bande reazionarie dei sanfedisti, l’aveva reclamato ed ottenuto. Qualcuno sospettò della trasformazione, nessuno però potè affermarla. Il fatto è che Filippo — Uu Guappo, come ora lo addimandavano, era oggimai un birro travestito. Per questa ragione, e’ dovè temperare i suoi impeti. Ma la sventura di Concettella era di già completa: Filippo l’aveva diffamata. Ella non potè più trovare lavoro. Non restandole più per vivere che la prostituzione o l’elemosina, ella scelse la mendicità.

Poco dopo, quando i patriotti furono cacciati negli ergastoli, tutt’insieme ai forzati per causa di furto o di assassinio, il conte di Altamura vi guizzò dentro Filippo, facendolo trovar complicato, — col suo consentimento, — in un affare di furto. E’ doveva sorvegliare i patriotti, e pigliare l’occasione di qualche rissa sollevata a proposito per sbudellare i più determinati. La sua grazia era già anticipatamente firmata dal re: non restava che a mettervi una data.

Filippo s’imbattè in Gabriele, cui chiamavano adesso Uu paglietta — l’avvocato — perchè imparava a leggere ed a scrivere dal cappellano del bagno. L’incontro dei due rivali fu ostile; perocchè Gabriele conosceva di già le persecuzioni inflitte da Filippo a Concettella.

Il primo danaro che costei toccò da Don Diego, lo spese per recarsi a Procida ed andare ad istruire Gabriele della tregua che il destino le presentava.