Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/251

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quale vuole restare incontaminato per quanto lo può. Voi sapete tante cose, troppe cose, facili a trafficare, avidamente ricercate. Voi frequentate uomini che ci danno la caccia, cui noi disprezziamo, abili a far chiacchierare gl’ingenui, promettendo molto e tenendo largamente le promesse. Non vi stupite dunque se vi vedete contrariato, e se vostra sorella ha trovato intorno a lei tutto un partito per difenderla, al suo primo grido di allarme. Addio, Don Diego; e permettetemi, poichè voi siete l’amico dell’eccellente mio padre, di augurarvi che il successo vi rifiuti il suo sorriso troppo precoce.

Il barone si alzò. Don Diego restò assiso e disse:

— Grazie degli avvisi, dei consigli, degli augúri di cui mi onorate. In ricambio sappiate questo e procurate di profittarne. Io non fo parte di ciò che voi chiamate vostro partito. Non sono cospiratore, ma pensatore. Ciò che per voi è una combinazione politica, per me è un assioma psicologico. Ciò che voi credete, perchè Mazzini ve lo afferma, è per me una legge eterna della coscienza umana. Voi potete tergiversare, cangiare secondo gli avvenimenti o le soddisfazioni ottenute o rifiutate; io, io non posso disfarmi che per la decomposizione della mia anima, per l’atrofia della mia intelligenza. Voi non sarete mai che degli scolari; io sarò sempre un maestro. Voi potete esser vinti dall’insuccesso, dalla sventura, dal dolore; io non potrei avere tutto al più che degli smarrimenti. Io respingo dunque i vostri avvisi e vi fo grazia dei vostri augúri. Se voi conoscete meglio di me le pratiche della vita,