Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/277

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l’avrebbe probabilmente sventato. Bambina aveva giurato di non più vedere il barone di Sanza. Ella non aveva giammai visto certe altre persone di cui suo fratello le aveva ragionato: il farmacista Don Grazioso, ed i due amici del marchese di Tregle: il barone Colini e Don Gabriele, che vivevano con lui, in casa di lui. La natura della comunicazione che ella aveva a fare l’obbligava a vedere gli uomini della reazione, cui ella aveva in orrore.

Bambina non era una donna politica.

La donna politica è un aborto di uomo, sovente una donna abortita o una virago che si appropria tutto ciò che il sesso forte ha di più lurido: la crapula, il tabacco, l’assisa, gli andamenti scompigliati, le dottrine fantastiche e velenose, gli odi antisociali, gli entusiasmi balordi, i feticismi ridicoli.... La donna è aristocratica per diritto divino. La sua fibra fina e nervosa, suscettibile unicamente di due crisi: l’esaltamento e l’abbiosciamento, la rende propria ad essere signora o schiava, regina o cortigiana. Ella non è tagliata per la libertà, che è l’equilibrio. Nel focolare domestico, la donna è regina; fuori di lì ella è essenzialmente cortigiana. Ove? quando la donna è libera? Ella è dunque per istinto partigiana del despotismo. Per collera, per vanità, per interesse gualcito, per ambizione calcolata, per amore, talvolta pure per educazione scelta, la donna può appassionarsi per le libere forme del governo e per un più savio organamento sociale. Tuttavolta, questo stato fittizio e sovraposto non modifica la sostanza della sua natura,