Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/284

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picciolisce, se non scompare affatto, quando diviene un oggetto di scambio. Ora, ei mi sembra, se ho ben capito, che voi avete qualche cosa a dimandare al re come prezzo di codesto terribile secreto. E, dapprima, che sapete voi che codesto che voi possedete sia proprio un secreto, e che quel che voi credete tale non fosse da noi conosciuto?

— Voi nol conoscete, voi non sapreste neppur sospettarlo. Se poi io mi inganno, ebbene, me ne rimetto alla vostra coscienza, rigettate le condizioni che io propongo.

— Quali sono almeno codeste condizioni?

— Non posso neppur dirvele. Le apprenderete alla presenza del re. Ma, ve ne supplico, non insistete per istrapparmi ciò che ho il dovere di custodire. Io non domando nulla per me. La grazia che otterrò per un altro è un decreto di morte per me. Lo vedrete! voi potete confidarvi a me.

La proposizione di Bambina aveva qualche cosa di così strano, ma altresì di così ingenuo, di così innocente, di così convinto, che il principe di Schwartzemberg restò perplesso. Aveva egli a fare con una Madonna o con una intrigante, commediante perfetta? Egli osservò Bambina con attenzione più concentrata, ed esitò ancora.

— Ciò che voi domandate, signorina, soggiunse egli, è impossibile. Non si presenta al re dei logogrifi. Ciò che potrebbe, tutto al più, un ministro della polizia, in vista della sicurezza pubblica, non se lo può permettere il rappresentante di una potenza estera. Io ho dunque il rammarico di rifiutarvi il mio concorso.