Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/417

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sul mio petto. Ebbene, sì. E’ mi assassineranno per conservare la mia fortuna. Ma se io la lascio loro? Saranno forse soddisfatti. Ma che mi uccidano pure: io ti amo, e morrò vicino a te. Io avrò goduto le feste divine del cielo. Il paradiso è amore.

Bambina appoggiò il suo capo sulla spalla del conte Bonvisi e gli bisbigliò all’orecchio:

— Ti aspetto domani.

Il padre Piombini se la strinse sul cuore e sentì le labbra di Bambina palpitar sotto le sue. E’ si levò subitamente: la vertigine lo guadagnava.

Un quarto d’ora dopo e’ partiva, e Bambina restò immersa nei sogni. Poi, tutto a un tratto, ella si alzò e corse nella sua camera ove Concettella si era addormentata. Bambina la mandò a coricarsi e frugò nei tiratoi del suo stipo donde cavò fuori una scatoletta cui aprì. La scatoletta conteneva una quindicina di pillole di morfina, cui ella aveva fatto comprare per darsi ogni sera un poco di sonno e cui aveva conservate. La scatoletta scomparve nella sua tasca.

Bambina si coricò e dormì.

Ella aveva preso una risoluzione.

Bambina passò la mattina del dì seguente a scrivere a lady Keith, al principe di Schwartzemberg ed a suo fratello. Era quel giorno appunto che la diligenza di Roma arrivava a Napoli ed in cui Don Diego sarebbe giunto se non si fosse fermato a S. Germano per visitare il famoso monastero di Monte Cassino. La lettera a suo fratello era la più corta. Essa spiegava in una parola la crisi che si era operata nel cuore della fanciulla e la di lei grandezza d’animo.