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Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/205

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CAPITOLO VI.


Il domani d’un debutto.


Dopo di aver curata la ferita e fatta la legatura dell’arteria, Bruto non volle permettere che in quella notte il marchese fosse trasportato a casa sua. Non temeva un’emorragia, ma credeva opportuno che il ferito restasse tranquillo fino al giorno dopo.

Non una parola del duello fu pronunziata. Bruto dimenticò perfino di chiedere la causa di quell’accidente. Non vedeva che il ferito e non l’uomo che aveva sedotto Cecilia e l’aveva abbandonata incinta, che aveva rapita Lena e l’aveva fatta scomparire. Si riservava, però, appena guarito, di mettere in chiaro questi due fatti.

La febbre si dichiarò durante la notte. Il marchese aveva proibito a’ suoi amici di avvertire i suoi parenti dell’avvenuto, onde non sgomentarli prima di rientrare nella sua abitazione.

Fece forse qualche eccezione a questa raccomandazione, parlando a bassa voce a colui che aveva chiamato col nome di Camillo, il contino