Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/227

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forma delle loro righe e dei loro colori. Un abito a coda di rondine, color verde, bottoni dorati, vita corta, aperto davanti, permetteva agli ammiratori dell’eleganza di contemplare un giustacuore di pel di capra color giallo canario, dalle tasche del quale pendeva un cespuglio di ciondoli, composto a proposito per tentare la virtù dei tagliaborse.

I bottoni, gli anelli, gli scheggiati, completavano la chincaglieria del personaggio ed una larga cravatta rossa metteva tutto in rilievo. Portava guanti gialli, bastone a borchia d’oro cesellata ed un lungo paio di manichetti facevano riscontro al merletto della camicia. Il suo andare era grave e leggero nel medesimo tempo, ciò che annunziava l’agilità del corpo e la maturità dello spirito. La sua testa alta un po’ piegata sulla spalla dritta, indicava un uomo sicuro di sè stesso, che voleva esser obbedito, faceva a sua voglia ed imponeva altrui la sua volontà. Il sorriso regnava sulle labbra. Egli era contento di sè.

Parlava italiano, ma il suo accento tradiva diabolicamente la sua provenienza britannica. Gli si sarebbero dati quarant’anni, se la sua pancia che si rotondava senza cerimonie sopra delle cosce corte e delle gambe lunghe e stecchite, non avessero modificato la prima impressione e aggiunto una decina d’anni all’insieme della sua persona.

Questo gentiluomo si fece annunziare a Lena, o meglio ad Ondina, sotto il nome di lord Adam Tugmutton.

— Non conosco l’animale che risponde a