Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/229

Da Wikisource.

Non c’erano ancora le strade ferrate nel felice regno di Napoli.

— Fatelo entrare, allora, sclamò dessa, e che la vettura aspetti alla porta.

Lena non s’era presa la briga di pettinarsi. Aveva arrotolate in una reticola le sue trecce, che le scendevano sulle spalle. Un denso velo verde coprivale il viso. Il resto dell’abbigliamento era alla grazia di Dio; ricoperta da un burnus algerino a righe bianche, nere ed oro.

Il cameriere introdusse lord Adam Tugmutton, chiuse la porta e si allontanò lentamente sorridendo e scuotendo il capo. Ma non aveva fatto dieci passi che udì un grande scoppio di riso della signorina Ondina, e cinque minuti dopo milord e madamigella braccio a braccio sempre ridendo e conversando a bassa voce discendevano la scala, montavano in vettura e milord diceva al cocchiere:

— Andate.

— Dove, eccellenza?

— Al diavolo.... a Castellamare.