Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/270

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CAPITOLO XI.


Il conte d’Altamura.


Dopo un simile omicidio, si sarebbe dovuto traslocare il conte d’Altamura in una carcere più severa. Si limitarono a sbrattar via il cadavere dell’avvocato ed a fare all’assassino un predicozzo di mansuetudine. Il conte mandò a tutti i diavoli il predicatore e diede i suoi ordini ai carcerieri.

La sera egli dava una festa. Invitò tutti gli aguzzini dello stabilimento e le loro famiglie. Fece illminare il dormitorio con candele di cera; ordinò dei rinfreschi di ogni sorta e in grandi proporzioni ed una cena squisita. Pregò poi il carceriere in capo, che suonava il violino, di venir a fare un po’ di musica con tre altri prigionieri, di cui uno suonava il flauto, l’altro la chitarra, ed il terzo il mandolino. Prezioso quel mandolino! Appena fatti, gl’inviti sono accettati; le disposizioni per la festa, date appena, sono in via d’esecuzione. Si principia a pulire la sala.... e gli invitati.

Scende la notte.