Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il sorbetto della regina, Milano, Treves, 1890.djvu/50

Da Wikisource.

CAPITOLO V.


La finestra si chiude, la porta si apre.


Bruto era rientrato in casa vivamente preoccupato. Quelle poche frasi scucite del burattinaio erano state come una chiave che avesse aperto uno scompartimento ignoto della sua anima; qualche cosa rivelavasi in lui. Una delle forze del suo spirito si risvegliava. L’intensità di questa forza importava poco; che essa fosse o no predominante, la quistione non era lì.

È certo che quella educazione disordinata, informe, che toccava a tutto, si sottraeva ad ogni analisi, non seria, ma quasi enciclopedica quella educazione da commesso viaggiatore d’un veterano che aveva verificata la geografia mediante le battaglie, che aveva esaminato monumenti a forza di puntarvi contro il cannone, che aveva imparato le lingue europee nei bivacchi e nelle osterie; in una parola quella educazione così mescolata, così bizzarra, che Bruto aveva ricevuto dal sergente, aveva