Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/115

Da Wikisource.

mediante l’alleanza sana, definitiva, politica, dell’Alemagna protestante e dell’Italia scettica. Ciò è ancora nel potere dell’imperatore Napoleone, se si decide ad escire risolutamente una volta dalla tutela dell’infausta sua consorte ultramontana e dall’influenza del gineceo cattolico. La sua attitudine indeterminata attuale lo rimpicciolisce: essa getta l’Italia nelle braccia della Prussia, la Prussia nelle braccia della Russia, e compromette la vita nuova dell’Italia.

Circoscrivere il mostruoso ingrandimento della Russia, ecco il compito dell’Ungheria nel mondo moderno, come nei secoli passati essa pose un argine all’invasione della Turchia nell’Occidente. Ma si deve altresì fissare, senza gelosia, senza grettezze, senza puerili timori, dove questo ingrandimento cessa di essere naturale e necessario, dove comincia ad essere mostruoso.

Pretendere che una nazione così omogenea, come la Russia, sia una nazione mediterranea, senza uno sbocco sul mare eterno, chiusa al nord per otto mesi dell’anno dal ghiaccio, strangolata al Bosforo sotto la sorveglianza dell’Europa gelosa e paurosa, sarebbe un pretendere l’impossibile; vale a dire che non vi sia sviluppo là dove c’è vita, gioventù e salute. Nessuna nazione moderna può vivere senza l’Oceano. La Russia ha il suo punto di gravitazione inevitabile verso Costantinopoli; le è necessario, e l’avrà, presto o tardi, dalla ragione, dell’astuzia, dai trattati, o dalla violenza, facendo nascere o profittando delle complicazioni dell’Europa occidentale. Costantinopoli le farà lasciar Pietroburgo, la quarta capitale della sua quarta evoluzione; ed allora essa