Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/133

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— Uccideteci, ma non ci muoveremo, rispose la folla.

L’ingiunzione non fu ripetuta.

La fanteria fece fuoco, poi fece fuoco di nuovo, poi ricominciò le sue scariche: quindici volte! Squadroni di cavalleria caricarono. Làsciovi imaginare il macello. Fummo circondati: le donne ed i ragazzi, inginocchiati all’estremità della piazza, intorno ad una statua della Vergine, gli uomini indietro. Ricevemmo la fucilata e le sciabolate dei Cosacchi, senza muoverci, senza lagnarci, pregando e cantando. La truppa, spaventata, lasciò quel sito.

Non si è mai conosciuto il numero delle vittime.

Un disprezzo della morte, inaudito, entusiasta, irresistibile, s’impadronì di noi.

Il principe Gortschakoff ne divenne pazzo, e due mesi dopo morì all’improvviso. Egli gridava, due giorni avanti di morire: «Oh! le donne nere! le donne nere! Eccole ancora, eccole.... Allontanatele!»

Il generale Suchozanett gli succedette; ma nel Consiglio dominava il marchese Wielopolski. Non si poterono intendere. Il generale fu richiamato; e lasciando Varsavia, e’ non seppe domare il turbamento della sua coscienza.

— Potrete accusarmi d’essere un uomo poco abile, sclamò egli, ma non potrete dire che io fui un carnefice; non ho fatto fucilare nessuno.

Il movimento si stese alle antiche provincie della Polonia del 1772.

Wilna rinnovò le scene di Varsavia.

La situazione prese un aspetto nuovo. La Russia sembrava disposta alla moderazione. La Polonia inaugurava il mezzo della rivendicazione legale dei diritti usurpati.