Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/139

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I nomi di Langiewicz, di Jezioranski, di Bochdanowicz, di Frankowski, di Podlewski, di Zewandowski risuonavano nei bollettini russi e nel cuore della nazione. Diciassette combattimenti erano stati dati, di cui uno solo disgraziato, e tre dubbii.

Io non intendo raccontare la storia di questa guerra dai mille scontri, ove le peripezie si rassomigliano, e lo scioglimento è sempre lo stesso. Non amo parlare che di ciò che ho veduto; e formando parte del Comitato, che si rinnovava del terzo, per sorteggio, ogni tre mesi, ebbi la sfortuna di non uscirne che tardi, e per non più rientrarvi — di addormentarmi nell’agonia, per risvegliarmi in Siberia.

Non ebbi neppure migliore ventura, allorchè potei alla fine entrare in campagna. Il Comitato mi aveva inviato all’incontro delle bande formate in Galizia, entrate di già in Volinia. Era un corpo di 1700 uomini, che Wysocky ci conduceva, diviso in tre colonne. Il loro punto di riunione doveva essere Radziwitow. I Russi vennero a cognizione di questo movimento, e rinforzarono la guarnigione di quella città, posta sotto gli ordini di un capo abile e ardito, il maggiore Semenow. Incontrai Wysocky nella foresta di Zeloski, ove s’era accampato, sul punto di dar battaglia.

Rinviamo la nostra conferenza alla sera, dopo il combattimento.

Era un’ora dopo mezzogiorno, il 1.° giugno 1863. Penetrammo nella città per le paludi, avendo dell’acqua marcia fino al petto. I Russi ci aspettavano. L’urto fu violento. Ma io non aveva ancor fatto che pochi passi, non avevo ancora tirato un colpo di revolver, nè dato un colpo di sciabola, che un dra-