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pilastri della sua porta. Lo spettacolo fa impressione, sopratutto se il sole al tramonto lambe ed increspa questa massa immensa d’acqua limpida e mugghiante.

A Listvenitchnaia, piccolo porto sul lago, lasciamo la Kibitka, e montiamo sur un battello a vapore, che solca il lago per cinque mesi dell’anno; in ottobre comincia a gelare.

Questo lago è forse il più grande del mondo: 600 chilometri sur una larghezza variabile di 30 ad 80 chilometri. Gli è un cratere vulcanico spento, la cui profondità non ha potuto essere scandagliata. Le rocce obrupteFonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376, che l’inquadrano, hanno un’altezza, in qualche parte, di circa 1200 piedi, le une coperte di boschi, le altre nude, dall’aspetto fantastico e basaltico. L’acqua è dolce ed azzurra; l’ondata ha l’incesso ed i furori di quella del mare. La rena delle sponde è bianca. Qui, i fiotti si frangono contro picchi perpendicolari; là essi dormono, e si affusolano di foglie di piccole ninfacee, delle foglie lunghe e strette dei potomagetoni, delle punte dei miriafilli, e dei fiori rossi della poligonia delle paludi. I palmipedi di ogni specie vi fanno gazzarra e galloria. Delle caverne inesplorate, sui fianchi irti dei balzi del Chamerdoban, giammai senza neve. L’eco sempre sveglia. Si direbbe che il Baikal è un pozzo gigantesco, dai margini merlati.

Sbarcammo a Passolsk, sulla riva orientale. Uno dei gendarmi andò a cercare un telega per continuare il nostro viaggio. Avremmo potuto fare il giro del lago al sud per terribili ed impraticabili montagne, poichè la strada postale da Irkoutsk a Selenguinsk non era ancora terminata; ma si volle risparmiarmi questo sopraccarico di disagio. Il viaggio