Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/305

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sussidio immediato nell’impresa terribile e rischiosa del ricupero delle sue provincie perdute.

La Polonia non potria dunque sperare un aiuto della Francia che, tutto al più, nel caso di una conflagrazione generale di Europa. Ora, questa catastrofe diviene di più in più problematica, a misura che gli Stati si equilibrano, e che si sopprimono i germi di guerra — germi alimentati un dì dalla dominazione austriaca su i popoli che l’odiavano, dallo sminuzzolamento illogico dell’Alemagna, dall’avidità nello spartimento della Turchia. La Francia non può quindi nulla per la Polonia, quando pur lo volesse e l’occasione se ne offrisse.

La Polonia, in oltre, non è sulla frontiera francese, come l’Italia. Una guerra marittima sarebbe senza effetto, quando anche la fosse possibile. D’altronde, la guerra inutile di Crimea basterebbe per scoraggiare la Francia da queste intraprese.

L’Inghilterra non si occupa più della politica continentale. — Essa non incoraggia più le rivoluzioni, come al tempo di Canning e di Palmerston; non sostenta le reazioni, come al tempo di Pitt. La si rassegna ai fatti compiuti, anche quando la danneggiano, come nell’affare dello Schleswig. Un’agressione sul suo Impero delle Indie potrebbe forse obbligarla a rompere con la Russia. Ma anche in questo caso, cui essa prevede, a cui si prepara, l’Inghilterra localizzerebbe la guerra in Asia, ove i suoi mezzi di resistenza sono più efficaci, meno costosi, più sicuri e più numerosi. Tutto al più, l’Inghilterra somministrerebbe del danaro alla Polonia per provocare una rivoluzione come diversione.

L’Austria non s’impegnerà giammai in una guerra