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La Polonia pretende alla egemonia sulla razza slava, per i medesimi titoli storici che la pretende la Russia — titoli consacrati dalle sventure, dalla persistenza, dalla gloria, dal valore — specie di consacrazione meno effettiva che il successo ma che non è meno abbarbagliante. Se per distaccare l’Ungheria e la Boemia dall’Austria e la Posnania dalla Germania, se per attaccarsi la Grecia ed i Principati Danubiani, una confederazione di popoli slavi fosse necessaria, la Russia non vi vorrebbe entrare che tirandosi dietro la Polonia, ma una Polonia assimilata, come dessa si assimilò la Finlandia, come la Polonia si aveva assimilata la Lituania.

La Polonia non deve dunque contare che su Fonte/commento: Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/376 stessa, su i suoi propri e soli sforzi.

I Polacchi lo hanno compreso, del resto, e la Russia nol sa che troppo — pruova i dispacci alteri e schernevoli di Gortschakof nel 1863 e 1864. La Polonia ha saggiato tutti i mezzi che erano alla sua portata. Essa ha provato la guerra, alligandosi allo straniero, sotto Napoleone I. Essa ha provato la guerra con le sue proprie forze, sotto Kosciusko. Essa ha provata l’insurrezione, nel 1830 e nel 1863. Essa ha provato la ricostruzione nazionale sotto la protezione russa, consacrata dal congresso di Vienna, al tempo di Alessandro I. Essa ha provato lo statuto amministrativo di Nicola I. Essa ha provato la forza. Essa ha provato la resistenza passiva e l’attestazione del dritto. Essa ha provato di svegliare le simpatie dell’Europa e di provocare la protesta dei governi e la pressione diplomatica. Essa ha provato l’opposizione morale.... Tutto ciò che un nobile popolo, un gran popolo, un popolo coraggioso,