Pagina:Petruccelli Della Gattina - Le notti degli emigrati a Londra, Milano, Treves, 1872.djvu/53

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teva contro l’Austria, non per odio contro un’istituzione o un principio, ma perchè nutriva una rabbia concentrata contro i generali austriaci, e ambiva di surrogare l’Austria in qualche luogo, per poi rimetterla a posto, facendo per sè nell’opera e nell’impero una parte corrispondente all’altezza del servigio reso. L’Austria non si è dessa mostrata generosa per certi meriti, la Casa di Absburgo per certi delitti?

Nel secondo abboccamento ch’ebbi con Görgey, lo compresi tutto. Dissecai il suo pensiero, e lo giudicai. Da quel momento, lo odiai. Egli ne sospettò, e mi tenne presso di sè, per sedurmi, o per perdermi. Ma avrò a riparlarvi di lui.

Windischgraetz, dopo i primi passi, rimase immobile. Egli esitava a impegnare un combattimento, nel quale temeva di restare schiacciato. Nondimeno, quando la Dieta ungherese rifiutò, dopo l’abdicazione del vecchio imperatore, di riconoscere il nuovo imperatore e re Francesco Giuseppe, il maresciallo austriaco fu obbligato ad agire seriamente. Egli si avanzò, in conseguenza, alla testa di 50 a 60,000 uomini. Görgey non ne aveva che 23 a 24,000, sparsi sopra una grande superficie, sulla diritta del Danubio; ed il corpo di Perczel, 5 a 6000 uomini, che doveva raggiungerlo, era ancora sulla Drava. Görgey ordinò la ritirata, ed avvisò Kossuth di questa sua risoluzione. Egli mi chiamò alla sera, e m’ingiunse di partire sul momento per portare a Pesth il suo dispaccio.

— Generale, io gli dissi, sono capitano, e non ho ancora assistito ad una battaglia. Pur ritirandoci, noi ci batteremo certo. Posso chiedervi il favore di restare?