Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/106

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propriatamente le porzioni di carne e legumi, ammonticchiate nel piatto a lei dinanzi.

La direttrice ed il visitatore percorrevano il refettorio silenziosi e lenti.

Si sarebbe potuto leggere sul sembiante di mistress Grown la soddisfazione, con la quale constatava la ciera di salute che mostravano quelle fanciulle, ed il buon appetito con cui esse divoravano la loro pietanza. Mistress Grown dimandò perfino a qualcuna d’elleno se era soddisfatta.

Il viso dello straniero, all’incontro, restava impassibile. Guardava pertanto attentamente, e rallentava talvolta il passo onde meglio osservare. Gli capitò perfino di fermarsi due o tre volte innanzi alle più adulte di quelle figliuole. Ed allora, se gli si fossero messi gli occhi negli occhi, vi si avrebbe potuto trovar forse quella vita e quell’acuità che mancava loro di abitudine.

Fece due volte il giro della sala, senza disserrare le labbra.

Uscendo del refettorio, mistress Grown, che si sentiva imbarazzata di quel silenzio; che si trovava appesa al braccio di quell’uomo come a quello di una statua di bronzo; che era curiosa di più in più, bisogna dirlo, e che avrebbe voluto trovare nella bocca di lui l’espressione dei suoi sentimenti, gli dimandò timidamente:

— Ebbene, milord, la S. V. pensa dessa che noi compiamo il nostro dovere verso quelle sgraziate creature?

— Lo penso, madama — rispose lo straniero di un tono secco.

— Ed ora, milord, vostra Grazia vuole ella visitare i dormitori delle fanciulle?

— No, madama — rispose lo straniero. Piuttosto il giardino.

— Dopo l’appartamento della segreteria, non è vero, milord?

— Prima, madama, se il permettete.

Uscirono nel giardino.


Lo straniero camminava adesso un poco più sollecito, dirigendosi verso un viale ombrato da folti platani, al coperto dal sole che cadeva a piombo sui praticelli. Delle