Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/116

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pedagogia. S’innamorò invece dello studio della fisiologia, della chimica, della fisica. Poi, per una tendenza verso il soprannaturale che gli era propria, si cacciò capo giù nelle scienze mistiche e nelle speculazioni ermetiche.

Il professore di Tubinga, che lo dirigeva, era forte addentro a queste scienze e vi credeva coscientemente.

Il carattere di Pietro, di già sì serio, addivenne quinci in poi più grave e più scuro.

Un incidente lo immerse affatto nella tristezza.

Un giorno, a Heidelberg, e’ venne a parole con uno dei suoi amici, a proposito d’una ragazza incontrata in un ballo. Si batterono alla spada. Si batterono da bravi. E sì bravamente, che, al terzo assalto, caddero entrambi nel medesimo tempo: Pietro, per svenimento; il suo avversario passato fuor fuori.

Ciò fu fatale al giovane principe di Lavandall.

La sua salute si alterò. La sua pallidezza aumentò di giorno in giorno. I suoi occhi perdettero il bagliore della giovinezza. Le sue guance smagrirono. I suoi lineamenti, completamente alterati, divennero di un tratto più maturi. Breve, l’insieme di sua figura acquistò un cotal che di strano e di turbato.

E’ se ne penetrò, e s’impose per conseguenza un grande riserbo, una solitudine quasi completa. Evitò perfino le occasioni delle grandi emozioni.

Aveva torto? No.

No, perchè una sera, avendo ceduto all’attrazione di vedere il Wallenstein di Schiller, alle ultime scene del dramma, il suo cameriere lo raccolse svenuto nel suo palco.

Lasciò dopo di ciò la Germania, ed andò a Parigi.


Pietro di Lavandall aveva allora ventitrè anni.

Il dottore di Nubo gli consigliò di abbandonare lo studio, che ruinava la sua salute, e di addarsi alla vita elegante ed agli esercizi signorili dello sport.

Il principe lasciò quindi il nome d’imprestito, assunto in Germania, e si recò da suo avolo sotto il suo vero nome.

Il duca di Saint-Cassan presentò il principe alle Tuileries, ed a quella parte della aristocrazia francese che aveva accettato la monarchia democratica. Per il suo