Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/21

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— No: l’ò visto or ora: vi è ancora.

— In questo caso, eccellenza, vado a servirvelo in un quarto d’ora.

— Io non chiedo che il capo solo.

— Vostra eccellenza non vedrà che lui.

Infatti, poco stante, lo zio Tob arrivò.

Non mai Callot, o Moya, o Pinelli, non fantasticò di un cialtrone più compiuto di questo zio Tob. Giammai fiero Castigliano non portò cenci con più fierezza e nobiltà che codestui — vantandosi del resto di discendere dai re di Polonia, benchè nato nello Yorkshire.

La sua toilette era il più strano abuso del pleonasma — eppure sembrava nudo! Aveva una camicia a merletto sur una camicia da notte, sovrapposta essa stessa ad una camiciuola di rosso fustagno. Sulla camicia à jabot s’incrociava un panciotto di piqué bianco, alla Robespierre, sotto, un panciotto di velluto, preceduto da un terzo panciotto di raso nero, che mostrava i suoi lembi consunti in fra i due. Poi, su codesto, un pastranello che si sarebbe detto una vareuse rossa, un attila ungherese, ed un mantello alla spagnuola. Il suo capo era coperto da un feutre grigio a larghe falde, il quale dava libero passo, dai suoi molti buchi, alle ciocche di un’irsuta capigliatura che aspiravano a sventolare a grado dell’aure. Il feltro era sormontato da un’altra piuma di coda di galli, azzeccata da uno scheggiale brillante di acciaio, ed abbellito da una fettuccia di velluto. Poi ancora, dei calzoni azzurri larghissimi, cacciati a mezzatibia, in un paio di stivali alla scudiera, sui quali ballonzavano delle uose mal bottonate.

I capelli neri del babbo Tob si attorcigliavano sulle sue spalle come colubri. I suoi lineamenti, regolarissimi, rilevati da un naso aquilino delicato e da un paio di magnifici occhi neri, restavano ancora imponenti, malgrado l’estrema loro magrezza ed il loro colorito di oliva.

Tob era alto, nervoso, spigliato. Però tutto codesto indovinavasi anzi che vedersi, non essendo facile a discernerlo.

Lo zio Tob era un composto di toppe di rapporto. Ogni parte del suo corpo serviva a completare l’armonia ed a compensar la dissonanza della parte vicina. Ogni arnese aggiunto al suo vestito, serviva a dissimulare la soluzione di con-