Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/216

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Un mattino dell’anno.... non mi ricordo bene la data. Ma M. Guizot era ministro, ovvero M. Thiers — uno, insomma, dei due grandi piloti che condussero la dinastia di Orléans al di là della Manica! Un mattino, dunque, di questo ricordevole anno, il principe di Lavandall passeggiava nella sua sala d’armi.

Erano le nove del mattino.

Egli aveva fatto due ore di ginnastica alla spada col suo maestro d’armi, ed in quel momento percorreva in lungo ed in largo la sala, per dare l’ultimo acume a quell’appetito della colazione sì ben preparato dalla scherma. Un monte di giornali, più o meno sberleffatti da una matita rossa, giacevano sur un divano, e due o tre altri sur una seggiola, marcati all’inchiostro nero e postillati.

Il principe era avvolto in una vesta da camera di cachemire grigio, e si baloccava colla cordella turchina che l’azzeccava alla vita. Era distratto e camminava a gran passi, borbottando qualche cosa. Poi tuffava le mani nelle sue grandi tasche e ne tirava fuori, per la terza volta, un dispaccio, cui leggeva facendo dei musoni singolari, sclamando con dispetto:

— Sì, sì, vi ci vorrei ben vedere, voi signor conte di Nesselrode! Gli è facile dar degli ordini, i piedi stesi sugli alari del camino...

E soggiungeva altra roba, forse meno riverente pel suo ministro, cui perciò appunto non articolava chiaro, e che restava in istato di ringhio indistinto.

In quel momento, un domestico annunziò il signor conte Sergio di Linsac.

Il principe fece un segno della testa, ed il signor di Linsac entrò.

Non era avariato di molto, dopo l’assassinio di Regina. Sarebbe forse perchè il rimorso non è ruggine che rode alla superficie, ma trivella che fora in dentro?

Vi sono dei dolori che sono una maschera; altri che sono un’anima.

Per espiare il sospetto — di cui aveva vituperata Regina — il signor di Linsac si era forse imposto il bazzicare intorno al principe di Lavandall. Il principe, dal lato suo, onde risarcirlo in qualche modo, gli aveva procurato una sovvenzione annua di 30,000 franchi dalla Russia, per