Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/345

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al pubblico, ci cale men di nulla. Perchè, per noi, non è il mondo che determina il delitto: gli è il delitto stesso che ci fa orrore. Che la vostra infamia resti nascosta, voi non siete meno, agli occhi nostri, un codardo, un ladro, uno scroccone, un brigante che si mette in agguato armato di scritte delicate, e grida ad una regina: la borsa o il trono! Noi vi disprezziamo. La vostra presenza ci è divenuta intollerabile, ci fa nausea. Capite voi questo?

— No. Ma terminate.

— Ebbene, voi avete un mese di tempo per dimandare ed ottenere dal vostro governo la vostra rimozione da Parigi. Se, a capo di questo tempo, voi non siete scomparso da questa città, solo, senza moglie e senza figliuolo, io vi schiaffeggio la sera e vi uccido l’indomani. Voi venivate a domandarmi probabilmente un duello. Voi avete visto che vi accordo un mese d’esistenza — perchè non voglio imbrattarmi le mani di un simile sangue. Ecco.

Il duca, che era stato assiso durante questa scena, si alzò e disse:

— Una parola ancora, per mio governo, signore. Gli è la virtù sdegnata sola che vi detta quei propositi?

Adriano si fermò di botto. Era stato colpito in mezzo del petto. Esitò un istante a rispondere; poi, senza nulla dire, indicò del dito la porta al duca e si assise.

Il signor di Balbek soggiunse:

— Io non rilevo i vostri insulti, signor di Alleux. Voi parlate con lo stesso senza scrupoli con cui agite. Noi siamo entrambi allievi della Chiesa: ci intendiamo dunque. Io smentisco le indegne supposizioni cui avete costrutte sulle mie intenzioni — di trafficare, cioè, delle carte cui mi avete involate. Io non iscuso le mie colpe — di cui voi avete goduto i frutti nelle braccia della mia ganza. Vedrò, quando l’ora sarà opportuna, se conviene di battermi con voi o di premunirmi. Voi capite? Poichè voi chiamate impedire di contaminarsi ciò che il mondo chiamerebbe rubare, io mi permetterò di addimandare premunirmi ciò che gli ingenui addimanderebbero assassinare.

Il conte sorrise.

Il duca continuò:

— Mia moglie e mio figlio mi riguardano... ed all’uopo vi son perfino dei tribunali...